Genius Loci

Genius Loci, ovvero gli spazi emotivamente vissuti.


Questo termine, per gli antichi Romani rappresentava lo spirito del luogo, non nel senso di divinità ma di un insieme di percezioni, ricordi, e valenze simboliche. Nell’architettura moderna esprime l’interazione fra luogo ed individuo, quindi con questa locuzione s’individua la summa delle caratteristiche socio culturali, di architettura, di abitudini e di linguaggio che caratterizzano un ambiente, un luogo, la città.

Un termine che intercetta trasversalmente le caratteristiche di un luogo con l’uomo con cui vive. Fotograficamente l’ho conosciuto grazie ad una persona a cui devo tanto fotograficamente: Vittorio Pandolfi, a cui dedico questa mostra.

Nelle foto selezionate, non ho cercato un’unità di stile o di colori, non poteva essere altrimenti. Ogni luogo mi ha dato una percezione diversa, sono foto scattate in un arco di tempo ampio, quindi percezioni emotivamente diverse dettate anche da un evoluzione diciamo stilistica. Spesso la scelta è fatta più sulla scorta della percezione emotiva che dell’espressione meramente tecnica.

Le foto scelte nascono appunto dall’idea di voler entrare in simbiosi con “il Genius” la percezione di un dettaglio a volte insignificante per molti, i panni stesi, un colore che in quella situazione particolare ti colpisce, i luoghi una volta abitati ora abbandonati e che conservano ancora la presenza umana, il fermarsi a scambiare due chiacchiere con gli abitanti. Sono foto che nascono dall’ispirazione profonda che il luogo mi da, dalla poesia fisica che esso conserva e svela solo a chi riesce a vederla.

Questo in generale è il mio modo di vedere il mondo e quindi la fotografia.